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Quarantine's Day EP

by Gianni Banni

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1.
Era ora che il mondo si fermasse per qualche tempo. La frenesia del lavoro, l’ansia di guadagnare sempre di più, la bulimia dell’arrivismo, il bisogno costante di piacere a tutto e a tutti per essere migliori di tutti… È solo una guerra mascherata da gioco. Stavamo andando in fuori giri, ed il motore iniziava a puzzare già da un po’. Questa pandemia è stato un richiamo all’ordine, il fischio dell’arbitro in una partita che stava sovvertendo tutte le regole in campo. Un periodo di pausa, di silenzio e riflessione non potrà che farci bene, anzi benissimo. Più tempo per pensare, dialogare, stare zitti. Più tempo per amare o rivedere il senso del nostro e dei nostri amori. Più tempo per guardarci allo specchio e farci domande, senza aver fretta di trovare risposte che non siano frutto di una riflessione profonda e analitica. Senza cercare di esaudire tutti i nostri desideri qui, ora e subito. I risultati esaustivi non sono un regalo dovuto: sono un regalo da guadagnarsi col sudore del silenzio interiore, con la fatica dell’immobilità, con la quotidiana coltivazione delle latenze interiori. I più grandi tesori sommersi non sono riemersi dagli oceani senza fatica. C’è voluto tempo, ingegno e dedizione. Ed è così che, all’indomani di questo benedetto e provvidenziale periodo di stop, torneremo a guardarci capendoci meglio, a sentirci ascoltandoci con maggiore attenzione e comprensione, ad amarci senza la maschera obbligatoria dei buoni sentimenti canonici. La morte è solo una comune moneta di scambio. E chi vuole migliorare deve tener conto di questa legge economica. Senza troppe ansie. Finalmente. Vedremo come andrà.
2.
Oggi ho scoperto che i semi delle piante Triciguakulalpa, famose nel sud-est della parte occidentale del Messico, sono carnivore ma, con l’innesto di uno speciale siero ricavato dalla bava della scimmia Grokticina – presente in tutte le foreste del nord-ovest della Romania – diventano vegane e pacifiste, risolvendo così tutti i problemi di narcotraffico che affliggono da decenni il sud-est della parte occidentale del Messico. In tutto ciò mi è finito il caffè, e siamo solo al quinto giorno di quarantena. Cosa ci stanno nascondendo, i politici? Cosa sanno che noi non sappiamo e, soprattutto, non dobbiamo sapere? Perché ci costringono a chiuderci in casa senza darci spiegazioni scientificamente esaustive? Non è possibile che l’uomo sia in grado di passeggiare sulla luna e non sappia risolvere una pandemia come questa. In fondo, non dimentichiamolo, il tutto è nato come una comune influenza. I dati fornitici sono reali? Dobbiamo fidarci dei cosiddetti “esperti”? Esperti di cosa ed in cosa, poi? Non lo so, non so più nulla di preciso. E mi fa male la testa. Inoltre il signor Gerardo, l’inquilino del piano di sopra, continua a sentire musica classica a tutto volume. E a me la musica classica fa cacare e mi mette ansia. Se continua così, uno di questi giorni salgo e gliene dico quattro. Vedremo come andrà.
3.
La mia casa è diventata un museo al concetto più severo di pulizia. Ho pulito tutto: pavimenti, sedie, mattonelle, fessure tra le mattonelle, vasca da bagno, gabinetto, cucina, tubi, frigorifero, lavatrice… tutto. Ho pulito tutto. Adesso non mi resta che sporcare così da poter pulire nuovamente. Almeno avrò qualcosa da fare. Del resto, non è questo la vita? Incasinare tutto e cercare di riparare ciò che si è rotto per poi distruggerlo nuovamente così da impiegare il tempo a venire cercando di riassemblare i cocci. Ieri ero profondamente ansioso, oggi lo sono meno. In una scatola ho trovato delle vecchie pillole di mio nonno, le usava per dormire. Ne ho ingoiate quattro nel timore che non mi facessero effetto. D’altronde sono scadute almeno quindici anni fa. E invece no. Con mia grande sorpresa mi hanno fatto un piacevolissimo effetto, permettendomi di dormire beatamente. Tuttavia, alle prime luci dell’alba, ho fatto uno strano sogno: Mariuccia, mia cugina, bussava alla mia porta tenendo in mano un violoncello stracolmo di spaghetti che si trasformavano in lunghi vermi verdi che, una volta toccato il suolo, si ritrasformavano in lunghi capelli biondi i quali, ammassandosi, si trasformavano definitivamente in un ingegnere scandinavo nudo e dai tratti gentili. A quel punto mi sono svegliato e sono andato in bagno a fare la cacca. Ne ho fatta tanta. Sono soddisfatto, per ora. Poi vedremo come andrà.
4.
È la quinta settimana di quarantena, ed inizio a non sentirmi bene. Sono tre notti che non dormo. Il pensiero degli amori messi in pausa mi tormenta. È qui che ho sbagliato, prima che tutto questo iniziasse. Ho messo in pausa troppi amori. Eppure pare si possa amare una persona alla volta. Invece no. Ne amo sette. Io amo sette persone, e questa quarantena mi sta dando il coraggio di ammetterlo a me stesso quando mi guardo allo specchio. Va pur detto che non lavo lo specchio da otto settimane e le macchie di umidità, calcare, vapore incrostato e schizzi di dentifricio non mi permettono di guardarmi negli occhi come si deve. Ma non fa niente. Dietro quelle macchie so bene cosa si cela. Dietro quella sporcizia c’è la verità dei miei occhi, che altro non è che la verità della mia anima tormentata. Amo sette persone e so benissimo che il loro pensiero non è altro che un passatempo in questo periodo di clausura forzata. So benissimo che, quando tutto questo finirà, non amerò nessuna di queste sette persone. E questo pensiero mi consola. Oggi andrò a fare la spesa. Voglio comprare del vino per festeggiare con me stesso. Del vino ed un coltello. Vedremo come andrà.
5.
La quarantena è finita e, come volevasi dimostrare, amo la libertà. La vera libertà, quella che non può mai avere il volto di un altro essere umano. Figuriamoci se può avere le sembianze di sette esseri umani. Ridicolo! Quanto tempo ho perso, e non stando chiuso in casa. Quanto tempo ho perso prima di chiudere a chiave la porta d’ingresso e restare da solo con me stesso per tutto questo tempo! Quanto tempo ho perso stando tra la gente, parlando con loro, credendo di amarla o di odiarla. Quanto tempo ho perso… E solo ora lo sto recuperando. Alcuni amici mi hanno invitato ad una festa in spiaggia. Non credo ci andrò, ho bisogno di riposarmi. Mia madre mi ha invitato a pranzo, domani. Ma vorrei dormire il più a lungo possibile. Il ragazzo che ho conosciuto in chat l’altro giorno mi ha invitato ad uscire, ma forse non è tanto interessante quanto sembra. No. Credo che starò qui, oggi. E non toglierò neanche la chiave dalla serratura. Starò qui, oggi. E starò bene. Ho una nuova bottiglia di vino a farmi compagnia. Una buona bottiglia di vino ed un coltello. Voi fate le vostre cose, divertitevi e continuate a perdere tempo. Io resto qui, con mio sommo piacere. Vedremo come andrà.

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All tracks composed and performed by Enrico Iannaccone
Artwork by Enrico Iannaccone

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released April 24, 2020

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Gianni Banni Naples, Italy

Enrico Iannaccone (Gianni Banni) is a neapolitan director and composer.
www.imdb.com/name/nm5168088/

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